Psicoterapia

“Il dolore non è altro che la sorpresa di non incontrarci” Alda Merini”
La psicoterapia è un intervento specialistico effettuato da medici o psicologi con specifica ulteriore formazione, attivato per rispondere ai bisogni di salute mentale delle persone in contesti individuali, di coppia, di famiglia o di gruppo, a seconda delle esigenze e del tipo di disagio. Il termine “psicoterapia” viene dal greco psychè “anima” e theraphéia “cura”, dunque: cura dell’anima. Possiamo di conseguenza affermare che la psicoterapia è una forma di cura di ciò che anima la vita, un sostegno al benessere della persona e delle relazioni. Un prendersi cura cioè di quel “respiro” che ci consente di riconoscere ed esprimere noi stessi, di far fronte ai conflitti esistenziali che attraversiamo, di sentire che il nostro lavoro e il nostro esistere sono un contributo per la comunità, di sentirci appartenenti ad essa. Questi ultimi sono concetti che fondano la definizione di salute mentale che è parte stessa della definizione più completa e integrata di salute che l’OMS ha formulato in diverse circostanze. La psicoterapia si prende quindi cura della salute psicologica ed esistenziale e dunque del benessere individuale-sociale-collettivo.

L’integrazione di GESTALT e AT

Tradizionalmente le due scuole hanno avuto reciproche influenze a partire dagli anni a cavallo del 1950 quando, negli Stati Uniti, si imposero come modelli autonomi staccandosi dalla psicoanalisi dalla quale entrambe traevano origine. I due approcci, di tipo fenomenologico esistenziale, si caratterizzarono l’uno, la Gestalt, per la tendenza soprattutto “esperienziale”, e l’altro, l’Analisi Transazionale, come approccio prevalentemente analitico. La Gestalt introdusse nel mondo della psicoterapia un atteggiamento spiccatamente relazionale ed enfatizzò la necessità che il paziente si riappropriasse dei propri potenziali, dando spazio alla capacità di autoregolazione organismica, alla responsabilità individuale e alla consapevolezza, ‘awareness’, fondamentale fattore di cambiamento e crescita. D’altro lato l’Analisi Transazionale a partire dalla rielaborazione in termini fenomenologici della concezione di Stati dell’Io, esperienza che affonda le sue radici nella stessa psicoanalisi, estese il suo corpus teorico alle leggi e alla pratica della comunicazione, alle transazioni, alla teoria dei giochi psicologici e al Copione di vita, la complessa mappa che governa l’esistenza umana.

Gestalt e Analisi Transazionale.

Tradizionalmente le due scuole hanno avuto reciproche influenze a partire dagli anni a cavallo del 1950 quando, negli Stati Uniti, si imposero come modelli autonomi staccandosi dalla psicoanalisi dalla quale entrambe traevano origine. I due approcci, di tipo fenomenologico esistenziale, si caratterizzarono l’uno, la Gestalt, per la tendenza soprattutto “esperienziale”, e l’altro, l’Analisi Transazionale, come approccio prevalentemente analitico. La Gestalt introdusse nel mondo della psicoterapia un atteggiamento spiccatamente relazionale ed enfatizzò la necessità che il paziente si riappropriasse dei propri potenziali, dando spazio alla capacità di autoregolazione organismica, alla responsabilità individuale e alla consapevolezza, ‘awareness’, fondamentale fattore di cambiamento e crescita. D’altro lato l’Analisi Transazionale a partire dalla rielaborazione in termini fenomenologici della concezione di Stati dell’Io, esperienza che affonda le sue radici nella stessa psicoanalisi, estese il suo corpus teorico alle leggi e alla pratica della comunicazione, alle transazioni, alla teoria dei giochi psicologici e al Copione di vita, la complessa mappa che governa l’esistenza umana.